Don Carlo Gerosa (2008-2021)
Nato a Lambrugo in provincia di Como il 13 gennaio 1958, viene consacrato sacerdote il giorno 11 giugno del 1983 dal cardinale Martini.
Dal 1983 al 1985 è vice-parroco a Novate Milanese. Sempre come vice-parroco, lo troviamo fino al 1990 a Cernusco sul Naviglio nella parrocchia di San Giuseppe Lavoratore, poi a Desio nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo fino al 1992, ed infine a Castellanza in provincia di Varese fino al 1999. In quello stesso anno è nominato assistente-parroco a Parabiago nella parrocchia dei Santi Martiri Lorenzo e Sebastiano, servizio breve, perché ne diventa subito parroco fino al 2008.
Dopo 25 anni di sacerdozio e di generoso servizio alla Chiesa Ambrosiana, nel settembre 2008 giunge tra noi acquatesi non solo come parroco, bensì come responsabile della nuova Comunità Pastorale che comprende anche Bonacina ed Olate. Il suo arrivo coincide infatti con l’introduzione in diocesi delle Comunità Pastorali, volute dal Cardinale Tettamanzi a partire dal 1 settembre 2008. A noi piace però ricordarlo innanzitutto come ventinovesimo parroco (tra quelli di cui si ha notizia storica) di Acquate, non solo come il primo responsabile della Comunità Pastorale Beata Vergine di Lourdes.
Nella necessità di condensare in poche righe la sua ricca attività pastorale, proviamo a ricordare solo i fatti più importanti di questi tredici anni di storia condivisa.
Nel mese di marzo di quello stesso anno 2008 si era tenuto un referendum nelle tre parrocchie per decidere a quale Santo Patrono affidare la nascente Comunità ed era prevalsa, tra le 8 opzioni proposte, la scelta della Beata Vergine di Lourdes.
Sul notiziario del mese di ottobre, oltre all’esito del referendum, Don Carlo pubblicava in forma cartacea il suo primo messaggio di saluto a tutti i fedeli, messaggio molto ricco di significato che vale la pena qui trascrivere integralmente.
La vera gioia è dono di Cristo
Carissimi tutti, rinnovo il mio saluto nel Signore a ciascuno, a quelli che ho incontrato e a quelli che ancora non ho visto. Da pochi giorni vivo a Lecco, come responsabile della nuova comunità pastorale “Beata vergine di Lourdes” e parroco di Acquate, Bonacina ed Olate. Come potete immaginare questo nuovo incarico che l’Arcivescovo mi ha affidato non è cosa da poco: la complessità della situazione diocesana, ma, prima di tutto, l’ansia missionaria della nostra chiesa chiede dei cambiamenti, affinchè il Vangelo sia ancora proclamato, accolto, celebrato e vissuto. Proprio questo è il mio desiderio più vivo che vorrei condividere con voi: adoperiamoci insieme (preti, religiosi e laici) perché a tutti sia possibile vivere l’esperienza affascinante e trasformante dell’incontro con Cristo. La novità di un cammino comune, nuovo, non ancora delineato è un’occasione preziosa per riflettere sul nostro essere chiesa e lasciarsi entusiasmare dalla missione che il Signore ci ha affidato; è un’occasione per scuoterci dal nostro cristianesimo un po’ stanco e adagiato su abitudini scolorite nelle loro motivazioni; è un’occasione per la nostra fede, perché ritrovi la freschezza degli inizi e diventi contagiosa, capace di mostrare la bellezza dell’esperienza dell’incontro con Cristo. Insieme a questo anelito interiore, porto con me anche tante domande, qualche ansia e preoccupazione che si accrescono o diminuiscono quanto più vengo a conoscenza della situazione delle tre parrocchie. Da qui nasce un altro desiderio: dedicare tempo all’ascolto paziente, alla conoscenza della realtà nuova in cui vivo, all’osservazione di ciò che fa parte della storia delle vostre comunità cristiane. Chiedo a voi la preghiera incessante, la pazienza nei miei confronti, ma anche la disponibilità a vivere la comunione sincera tra noi, la collaborazione generosa nei diversi ambiti della vita comunitaria, la corresponsabilità pastorale e la docilità allo Spirito quando ci chiederà dei cambiamenti significativi nelle abitudini delle singole parrocchie. Voglio ancora lasciarmi guidare, come ho cercato negli incarichi precedenti in diverse parrocchie, dalla parola di San Paolo: “non voglio fare da padrone sulla vostra fede, ma essere collaboratore della vostra gioia”. Non sbagliamoci, però, su ciò che è vera gioia! “La vera gioia nasce nella pace, la vera gioia non consuma il cuore, è come un fuoco con il suo calore e dona vita quando il cuore muore; la vera gioia costruisce il mondo e porta luce nell’oscurità. La vera gioia nasce dalla luce, che splende viva in un cuore puro, la verità sostiene la sua fiamma perciò non teme ombra di menzogna, la vera gioia libera il tuo cuore, ti rende canto nella libertà. La vera gioia vola sopra il mondo ed il peccato non potrà fermarla, le sue ali splendono di grazia dono di Cristo e della sua salvezza e tutti unisce come in un abbraccio e tutti ama nella carità.” Che tutti possiate sperimentare questo dono di Cristo, mentre ci affidiamo alla presenza materna di Maria cui è dedicata la nostra comunità pastorale. Con affetto, don Carlo
Una delle sue prime attività fu quella di consolidare formalmente e dare un programma alla neonata Comunità Pastorale.
Dopo circa un anno di lavoro (novembre 2009 – settembre 2010) consegnò a tutta la comunità pastorale un testo/strumento discusso in Consiglio sull’agire pastorale della comunità stessa, accompagnato dalle seguenti parole:
“Carissimi, ci è sembrato utile riconsegnarvi, dopo averlo aggiornato, questo “vademecum parrocchiale”, in cui si possono trovare le informazioni fondamentali per conoscere un poco la realtà delle nostre tre parrocchie e per suscitare in ciascun battezzato il desiderio di essere parte attiva dell’impegno ecclesiale, secondo le proprie capacità e disponibilità. La nostra patrona, la Madonna di Lourdes, con la sua materna presenza ci conduca per mano nell’impegno di far conoscere suo figlio Gesù, unico e necessario Salvatore degli uomini. Don Carlo, parroco
Far crescere e consolidare la reale dimensione comunitaria nei parrocchiani dei tre “campanili” è sempre stato infatti un suo profondo desiderio e per questo non smise ogni possibile sforzo.
Non si può non ricordare la sua profonda devozione alla Madonna, patrona della Comunità: fu sempre presente nel guidare la recita del Santo Rosario nel mese di maggio presso la Grotta o presso il Santuario nelle altre ricorrenze mariane. Consolidò, con particolare animazione, due tradizionali avvenimenti: il pellegrinaggio cittadino del 13 maggio e la giornata del malato di settembre, spostata di recente all’11 febbraio, giorno della prima apparizione della Madonna a Lourdes. Fu lui a volere il miglioramento complessivo ed estetico del Santuario, in occasione del rifacimento del tetto della sacrestia sul quale era rovinosamente caduto per un forte vento un cedro del libano sovrastante.
Un’altra opera importante che sostenne fu la ristrutturazione dell’asilo scuola dell’infanzia, che ne uscì completamente trasformata e rispondente alle moderne esigenze didattiche. Quanto le famiglie acquatesi gli siano riconoscenti per questo, lo ha detto la Presidente Benedetta Pozzi il giorno del suo commiato: «Voglio cogliere l’occasione per ringraziare don Carlo perché la parrocchia in tutti questi anni, attraverso di lui, ha fatto tantissimo per l’asilo, per aiutarci a renderlo bello, e perché, tramite la sua persona e quella della sua collaboratrice Elina, ci ha accompagnati a conoscere l’Amore di Gesù. Sia nei momenti di preghiera che nelle occasioni di incontro che hanno avuto con i bambini, la loro presenza è stata di grande aiuto».
Si potrebbe continuare a lungo nel descrivere i passi importanti che le tre parrocchie hanno fatto sotto la sua guida. Ricordiamo solo per titolo: l’adorazione del primo venerdì del mese, i diversi pellegrinaggi presso i santuari dedicati ai Santi o a Maria, l’oratorio ed i campeggi estivi, la recita comunitaria delle ore nella settimana santa, concerti e recite religiose ospitate in chiesa, la realizzazione dei presepi viventi nel periodo natalizio, momenti di riflessione religioso/culturali nel corso delle varie edizioni dello “Scigalott d’or”. Occorre però menzionare in modo particolare un avvenimento che lui avrebbe molto valorizzato con un programma denso e dettagliato se non fosse stato rinviato a causa dell’epidemia Covid: la beatificazione di suor Lucia, al secolo Maria Ripamonti nata in Acquate il 26 maggio 1909. La cerimonia, che doveva avvenire nel mese di maggio 2020, venne invece rinviata e celebrata nel Duomo di Brescia nell’ottobre del 2021. Don Carlo vi presenziò con una delegazione di acquatesi.
Domenica 26 settembre 2021 fu il giorno del commiato ufficiale. Lo attendeva il trasferimento presso la sua nuova destinazione ed il ruolo di vicario pastorale ad Erba nella parrocchia di Santa Eufemia. Don Carlo salutò la sua Comunità celebrando la santa messa delle 10 in una chiesa gremita e con queste commosse parole: «Sarebbero tante le cose da dire e comincerei col fissare lo sguardo sui vostri volti e pensare a come quest’assemblea in questo lungo tempo sia cambiata: ce ne sono alcuni che sono qui da tanto e altri nuovi, ragazzi che tredici anni fa non c’erano, così come mancano molte persone che animavano la comunità quando sono arrivato. Occorre però menzionare in modo particolare un avvenimento che lui avrebbe molto valorizzato con un programma denso e dettagliato se non fosse stato rinviato a causa dell’epidemia Covid: la beatificazione di suor Lucia, al secolo Maria Ripamonti nata in Acquate il 26 maggio 1909. La cerimonia, che doveva avvenire nel mese di maggio 2020, venne invece rinviata e celebrata nel Duomo di Brescia nell’ottobre del 2021. Don Carlo vi presenziò con una delegazione di acquatesi.
E se tredici anni fa molti visi erano ancora sconosciuti e andavano adagio adagio prendendo posto nel cuore, oggi invece riconosco tanti fedeli che hanno condiviso questo tratto di cammino». Don Carlo ha poi ricordato le origini della sua vocazione, che ha avuto le radici nella sua famiglia, e tre dei suoi fratelli che durante l’ultimo decennio sono passati «alla Vita in Dio»: «Nel mio calice – ha raccontato – sono racchiusi gli anelli nuziali dei miei genitori: è da quell’Amore che è nata la mia vocazione, che mi ha dilatato il cuore all’accoglienza degli altri. Ed oggi, la mia famiglia siete voi. Cambio luogo di ministero ma voi ci sarete ancora, e ci sarà spazio anche per altri. Mi sento parte della vostra esistenza: ricordo i volti di tutti coloro che ho battezzato, chi ho unito in matrimonio, i tanti fratelli e sorelle che ci hanno lasciato e che fanno parte oggi della Vita dei Santi, perché Lui si è fatto cibo di Vita. Oggi guardo al passato e dico grazie, perché davvero la Grazia di Dio è grande». Parole troppo belle per essere rovinate da un commento. Fece cenno anche al motivo della scelta di lasciare Acquate, tra un po’ di «stanchezza personale» e la sensazione che la Comunità stessa necessitasse di nuovi input. Durante la celebrazione il sacerdote ha ricevuto i ringraziamenti sentiti del Consiglio Pastorale, in un breve intervento in cui Paolo Pozzi ha ricordato a proposito delle occasioni di incontro la cura di don Carlo nel «ricercare la bellezza del gesto nella sua essenzialità, senza cedere allo sfarzo». A conclusione della celebrazione, anche i ringraziamenti di Monsignor Samuele Sangalli, di origini acquatesi: «Ti affidiamo alla Madonna che tanto ami, che ti dia luce e forza per le persone che incontrerai. E per il parroco che verrà, a voi fedeli dico: non lasciatelo solo». Occorre però menzionare in modo particolare un avvenimento che lui avrebbe molto valorizzato con un programma denso e dettagliato se non fosse stato rinviato a causa dell’epidemia Covid: la beatificazione di suor Lucia, al secolo Maria Ripamonti nata in Acquate il 26 maggio 1909. La cerimonia, che doveva avvenire nel mese di maggio 2020, venne invece rinviata e celebrata nel Duomo di Brescia nell’ottobre del 2021. Don Carlo vi presenziò con una delegazione di acquatesi.
Il parroco che verrà, don Walter Magnoni, era già presente tra i celebranti. Alla fine della Messa, don Carlo ha voluto incontrare e salutare i suoi parrocchiani in un momento comune che si è tenuto sul sagrato, reso purtroppo breve dalle condizioni meteorologiche. Che altro aggiungere a tutto questo? Altri ringraziamenti? Certamente! Ma per quanto conosciamo don Carlo, siamo certi che lui si schermirebbe volentieri, ben sapendo, da uomo di fede qual è, che i ringraziamenti che contano saranno quelli del supremo ultimo Giudice, il quale ha già così sentenziato: “siamo servi inutili, abbiamo fatto quanto dovevamo fare….” Don Carlo tutto questo lo conosce bene e lo pratica con vera umiltà. Ma ci sia permesso dire che per noi, beneficiati dal suo operato sacerdotale, la sua presenza non è stata inutile, la sua persona è stata un mezzo sacramentale di grazia tutt’altro che inutile…anzi! Non abbiamo inteso così fare l’elogio di un parroco illustre, in stile Siracide, anche se lo meriterebbe al pari di tutti coloro che hanno consacrato la loro vita al Vangelo, ma piuttosto aver modo di rendere grazie a Dio per il grande dono di un’altra ottima presenza sacerdotale tra noi, compagno e guida all’eterno nostro desiderato destino. Parole troppo belle per essere rovinate da un commento. Fece cenno anche al motivo della scelta di lasciare Acquate, tra un po’ di «stanchezza personale» e la sensazione che la Comunità stessa necessitasse di nuovi input. Durante la celebrazione il sacerdote ha ricevuto i ringraziamenti sentiti del Consiglio Pastorale, in un breve intervento in cui Paolo Pozzi ha ricordato a proposito delle occasioni di incontro la cura di don Carlo nel «ricercare la bellezza del gesto nella sua essenzialità, senza cedere allo sfarzo». A conclusione della celebrazione, anche i ringraziamenti di Monsignor Samuele Sangalli, di origini acquatesi: «Ti affidiamo alla Madonna che tanto ami, che ti dia luce e forza per le persone che incontrerai. E per il parroco che verrà, a voi fedeli dico: non lasciatelo solo». Occorre però menzionare in modo particolare un avvenimento che lui avrebbe molto valorizzato con un programma denso e dettagliato se non fosse stato rinviato a causa dell’epidemia Covid: la beatificazione di suor Lucia, al secolo Maria Ripamonti nata in Acquate il 26 maggio 1909. La cerimonia, che doveva avvenire nel mese di maggio 2020, venne invece rinviata e celebrata nel Duomo di Brescia nell’ottobre del 2021. Don Carlo vi presenziò con una delegazione di acquatesi.
Don Walter Magnoni, subentrato a don Carlo, da settembre 2021 è dunque il nuovo parroco di Acquate e il nuovo responsabile della Comunità pastorale di Acquate, Bonacina ed Olate. Benvenuto tra noi, don Walter! A lei ci affidiamo con fiducia filiale. La nostra terra lecchese, caratteristica per montagne e dure salite, con i suoi abitanti proverbialmente un po’ chiusi, sarà per i prossimi anni il luogo del suo impegno operoso e, per questo, la sua via alla santità. Le auguriamo fatica lieta e tanta santità!