Don Cesare Lauri (1974-1982)
Era nato a Gorgonzola il 12 aprile del 1923, da una famiglia di operai e, da giovane, aveva lavorato come meccanico in una fabbrica milanese di biciclette.
Nel 1938 entrò tra i Salesiani, poi, l’anno successivo, nel seminario di San Pietro Martire a Severo.
Venne ordinato sacerdote nel 1949 dal Card.Schuster e destinato coadiutore a Robbiate.
Qui si fermò per ben 24 anni come assistente di oratorio maschile e come assistente dei giovani di Azione Cattolica della plaga di Merate; nella stessa città insegnò religione presso la scuola magistrale B.V.Maria.
Mons. Assi, prevosto di Lecco, celebrando una Santa Messa ad Acquate il 2 settembre 1973, annunciò ai fedeli la designazione di Don Lauri come loro nuovo parroco, mentre li rendeva partecipi delle dimissioni di Don Zoia per motivi di salute.
Il Cardinal Colombo aveva infatti individuato in lui il sacerdote adatto a subentrare alla guida della Parrocchia, dopo ben due casi di volontarie dimissioni.
Durante la stessa omelia, Mons. Assi si soffermò a lungo nel considerare l’opportunità di revocare l’antico privilegio della nomina, in quanto ritenuto anacronistico sotto tanti punti di vista.
La nomina di un Parroco, sottolineò, non poteva essere di competenza civile, bensì ecclesiale, anche in osservanza delle nuove norme Conciliari e perciò di esclusiva responsabilità del Vescovo.
Il primo incontro di Don Cesare con la popolazione di Acquate avvenne durante la Messa delle ore 11 da lui celebrata domenica 7 ottobre, ma già sul sagrato molta popolazione lo aveva atteso per conoscerlo, per stringergli la mano, per porgere i primi cordiali auguri di benvenuto.
Dopo un periodo di adattamento durato circa sei mesi, il 16 giugno 1974 Don Cesare venne nominato Parroco di Acquate, con la prerogativa di essere l’ultimo a diventarlo per effetto di una votazione, alla quale parteciparono 323 elettori.
Risultarono a lui favorevoli 306 voti, mentre 11 furono i contrari, con 6 schede nulle o bianche.
Nel contempo risultarono 263 i voti favorevoli alla soppressione del diritto di nomina del Parroco, 51 i voti contrari e 9 le schede nulle o bianche.
Il decreto di nomina che il Cardinal Colombo inviò in parrocchia e a Don Cesare sottolineava quale fosse l’alta missione di un parroco con le seguenti parole:
“… la tua condotta sia sempre esemplare nella preghiera liturgica e individuale, nella povertà evangelica, nella carità zelante verso tutti, ma particolarmente verso gli umili, i deboli, gli sprovveduti, i sofferenti.
Devi ricordarti che nel governo della tua parrocchia sarai partecipe e collaboratore delle nostre fatiche e della responsabilità a noi affidata per tutta la diocesi”
Fu ancora Mons. Assi, il 19 settembre del 1982, a comunicare agli acquatesi che Don Cesare doveva rinunciare all’incarico di parroco a causa di un malessere fisico che avrebbe richiesto un prolungato periodo di riposo.
Sono ancora molti i parrocchiani che lo ricordano con affetto e devozione per la grande, paterna disponibilità che dimostrava con tutti e, in particolare, per il suo sincero amore per la preghiera e quindi per Gesù.