Don Giovanni Piatti (1901-1949)
Fu indubbiamente un parroco importante per la storia del nostro paese, ma va subito sottolineato che non ebbe, analogamente a diversi suoi predecessori, una vita tranquilla e facile, come si può dedurre dalle vicende che lui stesso ha raccontate nel voluminoso libro della cronaca parrocchiale.
Ci soffermeremo solo sui fatti più significativi descritti appunto in questo “Liber Chronicus”, un vero e proprio diario, quasi giornaliero, scritto naturalmente a mano, in modo fitto e spesso difficilmente leggibile.
Don Piatti visse ad Acquate un periodo molto lungo, dal 1897 al 1949, prima come coadiutore di don Nava e poi come suo successore dal 1901, attraversando due guerre e una serie di sconvolgimenti sociali dai riflessi pesanti sulla vita e la cultura del pur piccolo mondo acquatese.
Le sue traversie iniziarono subito, fin dal giorno in cui venne inserito nella rosa dei sei candidati destinati al vaglio dei parrocchiani per la successione di Don Nava.
Infatti in paese viveva una ricca vedova milanese che si prodigava in mille modi, anche spendendo cospicue somme di denaro, affinché non venisse eletto parroco, nonostante la stragrande maggioranza fosse a lui favorevole.
Grazie alla fiducia che si era guadagnata come coadiutore, venne eletto con ampissimo margine e con la conseguente manifesta soddisfazione dei suoi fedeli.
Non ebbe nemmeno molta consolazione e collaborazione da parte dei primi coadiutori. Dal 1901 al 1904 si succedettero al suo fianco ben 4 sacerdoti che però, per varie ragioni, non riuscirono ad inserirsi in forma duratura in parrocchia.
La situazione venne a stabilizzarsi solo nel 1915 con l’arrivo dei fratelli don Andrea e don Giulio Spreafico che, acquatesi di nascita, seppero affiancarlo con stabilità ed impegno, producendo i frutti pastorali che abbiamo riportato nelle pagine a loro dedicate.
Sostenne di buon grado, anzi favorì vivamente la costituzione in Acquate di una sezione delle Leghe Bianche, strutture dell’associazionismo cattolico e sindacale che sorgevano un po’ in tutta Italia in contrapposizione ad organizzazioni analoghe di ispirazione socialista.
Anche in paese, nel 1903, i socialisti tentarono di convocare gli acquatesi presso l’osteria dei fratelli Pozzi per una conferenza alla presenza del Segretario della Camera del Lavoro, l’avvocatoValgelli, ma la riunione andò deserta.