Santi Patroni
San Giorgio
Dalla famosa pergamena del 1417, conservata nell’archivio parrocchiale di Acquate, della quale parleremo prossimamente, risulta che già nel 1403 la chiesa era dedicata “Sanctorum Georgii et Aegidii” è possibile quindi pensare che fin dalla sua costruzione la chiesa fosse dedicata a questi due Santi.
Racconteremo quanto ci è stato tramandato di S. Giorgio.
Pur non avendo notizie certe sulla sua vita e sulla sua esistenza, il culto per questo santo si è diffuso rapidamente in tutta la Cristianità fin dal IV secolo. Per rendere un’idea della Sua popolarità solo in Italia sono ben 21 i comuni che portano il suo nome; Georgia è il nome di uno stato degli Stati Uniti d’America e di una repubblica Caucasica; sei rè di Gran Bretagna e Irlanda,due rè di Grecia e altri dell’est europeo portano il suo nome.
È patrono dell’Inghilterra, di intere regioni spagnole, del Portogallo, della Lituania; di città come Genova, Campobasso, Ferrara, Reggio Calabria e di centinaia di altre città e paesi.Forse nessun Santo sin dall’antichità ha riscosso tanta venerazione popolare sia in oriente che in occidente.Secondo le informazioni che ci provengono dalla “Passio Georgii” Giorgio era originario della Cappadocia (zona dell’odierna Turchia), nato verso l’anno 270 d.c. I genitori lo educarono alla religione cristiana;trasferitosi in
Palestina si arruolò nell’esercito dell’imperatore Diocleziano. Il suo valoroso comportamento lo portò a far parte della guardia del corpo dello stesso Diocleziano e in seguito a divenire ufficiale delle milizie.
Dopo aver donato tutti i suoi averi ai poveri,viene arrestato per aver strappato l’editto (303 d.c.) con cui l’imperatore Diocleziano iniziava la persecuzione dei Cristiani. Invitato a rinnegare la Sua fede in Cristo e a fare sacrifici agli dei pagani,a causa del Suo rifiuto iniziarono le numerose scene di martirio,fino alla Sua morte per decapitazione avvenuta dopo il 303.
La leggenda fissa la sua figura come cavaliere eroico,che tanto influenzerà l’ispirazione figurativa degli artisti e della fantasia popolare.
Si narra che in un grande stagno presso la città di Selem (Libia) viveva uno spaventoso drago che avvicinandosi alla città uccideva con il suo fiato quante persone incontrava. Gli abitanti per placarlo gli offrivano due pecore al giorno e quando queste incominciarono a scarseggiare offrirono una pecora e un giovane estratto a sorte. Un giorno fù estratta a sorte la giovane figlia del re,il quale terrorizzato offrì il suo patrimonio e metà del suo regno,ma il popolo si ribellò,avendo visto morire tanti suoi figli;dopo otto giorni di tentativi,il re dovette cedere e la giovane fanciulla si avviò verso lo stagno. Passò proprio in quel momento il cavaliere Giorgio, il quale saputo dell’imminente sacrificio,tranquillizzò la giovane principessa,promettendole il suo intervento per salvarla. Quando il drago uscì dalle acque sprizzando fuoco e fumo pestifero dalle narici, Giorgio salì a cavallo e affrontandolo lo trafisse con la sua lancia lo ferì facendolo cadere a terra. Poi disse alla fanciulla di avvolgere la sua cintura al collo del drago che si mise a seguirla docilmente verso la città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li rassicurò dicendo “Non abbiate timore, Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago; abbracciate la fede in Cristo, ricevete il battesimo e ucciderò il drago”.
Il re e tutta la popolazione si convertirono e il prode cavaliere uccise il drago.
La leggenda era sorta al tempo delle crociate influenzata da un’immagine dell’imperatore Cristiano Costantino,trovata a Costantinopoli,dove il sovrano schiacciava col piede un drago simbolo del “nemico del genere umano”.